Il moltiplicatore del reddito keynesiano

Secondo l'economista John Maynard Keynes, in periodi di crisi economica, quando gli investimenti privati diminuiscono, lo Stato può intervenire aumentando la spesa pubblica per stimolare la crescita economica.

Per comprendere questo concetto Keynes parte dell'equazione del reddito nazionale

$$ Y = C + cY + I(i,a) + G $$

In altre parole, il reddito (Y) di un sistema economico è determinato dalle seguenti componenti:

  • i consumi indispensabili per la sussistenza (C)
  • i consumi che dipendono dal reddito (cY)
  • gli investimenti I(i,a) che dipendono dal tasso di interesse (i) e dalle aspettative (a) degli imprenditori
  • la spesa pubblica (G) che dipende dallo Stato

Nota. I consumi che dipendono dal reddito (cY) sono il prodotto della propensione al consumo "c", che varia tra 0 e 1, e il reddito (Y). Ad esempio, se la propensione al consumo è del 20% (ossia c=0.2), i consumatori spendono il 20% del loro reddito in consumi. Questo vuol dire che il 20% di un eventuale aumento del reddito va ad aumentare la domanda aggregata per i consumi.

Riscrivo la formula del reddito nazionale mettendo in evidenza il reddito (Y).

$$ Y-cY = C + I(i,a) + G $$

$$ Y \cdot (1-c) = C + I(i,a) + G $$

$$ Y = \frac{1}{1-c} \cdot [ C + I(i,a) + G ] $$

La componente 1/(1-c) della formula rappresenta il moltiplicatore del reddito e indica quanto può crescere il reddito nazionale se c'è un aumento della domanda aggregata.

A cosa serve?

Il moltiplicatore mostra l'effetto moltiplicativo di un eventuale aumento della spesa (pubblica o privata) sul reddito complessivo di un'economia.

In particolar modo, considerando costanti le altre variabili, mi permette di capire quanto cresce il reddito nazionale (ΔY) se aumenta la spesa pubblica (ΔG).

$$ \Delta Y = \frac{1}{1-c} \cdot \Delta G $$

Nota. La spesa pubblica (G) è una variabile esterna della domanda aggregata, perché è determinata da decisioni politiche. Non dipende dal reddito, né da altri fattori endogeni del sistema economico. Pertanto, è anche detta "componente autonoma" della domanda aggregata.

Ad esempio, se la propensione al consumo è del 20% ossia c=0.2, il moltiplicatore diventa

$$ \Delta Y = \frac{1}{1-0.2} \cdot \Delta G $$

$$ \Delta Y = \frac{1}{0.8} \cdot \Delta G $$

$$ \Delta Y = 1.25 \cdot \Delta G $$

Questo significa che se lo stato aumenta la spesa pubblica di 100, ossia ΔG=100, il reddito cresce di ΔY=125

$$ \Delta Y = 1.25 \cdot 100 $$

$$ \Delta Y = 125 $$

In conclusione, se la spesa pubblica aumenta (ΔG=100), attraverso il meccanismo del moltiplicatore il reddito nazionale aumenta di più ( ΔY=125).

Cosa vuole dire Keynes con questa formula?

Durante i periodi di crisi le aspettative (a) degli imprenditori peggiorano. Questo causa una riduzione degli investimenti I(i,a).

$$ \Delta I < 0 $$

Keynes definisce il comportamento degli imprenditori come un istinto naturale ("animal spirit") dovuto al pessimismo generato dalla situazione di crisi.

Gli investimenti (I) sono una componente della domanda aggregata, quindi un'eventuale riduzione degli investimenti comporta anche la diminuzione del reddito nazionale (Y).

$$ \Delta Y = \frac{1}{1-c} \cdot \Delta I(i,a) < 0 $$

Keynes utilizza la formula del moltiplicatore per suggerire l'aumento della spesa pubblica (ΔG) al fine di stimolare la crescita economica durante i periodi di crisi.

$$ \Delta Y = \frac{1}{1-c} \cdot \Delta G > 0 $$

La crescita del reddito nazionale (ΔY) generato dalla spesa pubblica (ΔG) migliora le aspettative (a) degli imprenditori.

A sua volta, il miglioramento delle aspettative verso il futuro si traduce in un aumento degli investimenti (ΔI) da parte degli imprenditori.

$$ \Delta Y = \frac{1}{1-c} \cdot \Delta I(i,a) > 0 $$

In questo modo l'economia può uscire rapidamente dalla crisi economica in cui era caduta.

Nota. Keynes sosteneva che, in assenza di interventi statali attraverso la spesa pubblica, le crisi economiche potrebbero protrarsi per periodi significativamente lunghi. Questo perché le aspettative negative porterebbero gli imprenditori a ritardare gli investimenti, privilegiando la conservazione del capitale sotto forma liquida, un fenomeno noto come "preferenza della liquidità". In pratica, in tempi di crisi, gli imprenditori tendono a non investire, mantenendo il loro capitale inattivo in attesa di tempi migliori e di condizioni più favorevoli. Questa dinamica fu evidente durante la crisi economica del 1929. Fu in quel contesto che, negli anni '30, Keynes sviluppò la sua teoria.

E così via.

 


 

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