Knut Wicksell

Knut Wicksell è nato a Stoccolma nel 1851 e ha trascorso la maggior parte della sua vita in Svezia. Durante la sua carriera, si è distinto come un importante economista e riformatore sociale, lottando per temi come la libertà religiosa, l'emancipazione femminile e il pacifismo. Ad esempio, si è opposto alla discriminazione di genere nell'istruzione e ha promosso la pace tra le nazioni. Nonostante le resistenze da parte degli ambienti accademici e della burocrazia statale, Wicksell è stato nominato professore di economia all'Università di Lund nel 1905. Ha scritto numerosi libri influenti nel campo dell'economia, tra cui "Valore, capitale e rendita" (1893) e "Interesse e prezzi" (1898). Wicksell è deceduto nel 1926 a Stocksund, un sobborgo di Stoccolma, lasciando un duraturo impatto nel mondo dell'economia e delle scienze sociali.

    Il pensiero econonomico di Wicksell

    Wicksell ha dato un contributo significativo alla teoria economica, in particolare nel campo della teoria monetaria e della distribuzione del reddito. Nel suo libro "Valore, capitale e rendita" (1893), ha presentato uno dei primi modelli di distribuzione del reddito, in cui le retribuzioni unitarie dei fattori produttivi (terra, lavoro e capitale) sono legate ai loro prodotti marginali.

    Ad esempio, se un'azienda aumenta il numero di lavoratori, il salario di ciascun lavoratore diminuirà man mano che il loro contributo marginale alla produzione diminuisce.

    Wicksell ha anche distinto tra allocazione e distribuzione, sostenendo che l'equilibrio del mercato non garantisce necessariamente una distribuzione equa del reddito.

    Ad esempio, in un mercato di concorrenza perfetta, le risorse potrebbero essere allocate in modo efficiente, ma ciò non significa che i ricchi e i poveri riceveranno una quota equa della ricchezza prodotta.

    Nel suo lavoro "Ricerche di finanza teorica" (1896), Wicksell ha applicato l'approccio marginalista al settore pubblico e al sistema fiscale, introducendo il principio del beneficio. Secondo questo principio, le imposte dovrebbero essere proporzionate ai benefici che gli individui ricevono dalla spesa pubblica correlata.

    Ad esempio, se una persona trae maggiori benefici dai servizi sanitari pubblici, dovrebbe pagare più tasse rispetto a chi ne trae meno.

    Wicksell ha anche contribuito alla teoria della moneta con il suo libro "Interesse e prezzi" (1898), in cui ha analizzato la determinazione del livello dei prezzi e le cause delle variazioni del livello dei prezzi. Ha teorizzato che le fluttuazioni dei prezzi sono dovute a una divergenza persistente tra il tasso di interesse monetario e il tasso di interesse reale.

    Ad esempio, se il rendimento del capitale (tasso di interesse reale) è del 5% e il tasso di interesse bancario (monetario) è del 3%, gli investitori sono incentivati a richiedere prestiti bancari per investire nei processi produttivi. Questo porta ad un aumento degli investimenti e della domanda di beni e servizi, causando un incremento dei prezzi (inflazione). In questa fase l'economia si espande. Le banche, notando l'aumento dei prezzi, sono indotte a incrementare i tassi di interesse bancari, ad esempio fino al 6%. A questo punto, gli investitori non trovano più conveniente investire, poiché il costo del prestito (6%) supera il rendimento reale (5%) che ne deriverebbe dagli investimenti produttivi. Pertanto, gli imprenditori decidono di ridurre gli investimenti e privilegiare il risparmio, portando a una diminuzione della domanda di beni e servizi. L'economia rallenta e i prezzi diminuiscono.

    I lavori di Wicksell sono stati riconosciuti e apprezzati a partire dagli anni '30, grazie alle traduzioni promosse da R. Kahn e J.M. Keynes. La sua ricerca ha influenzato la cosiddetta scuola di Stoccolma e le sue teorie sono state oggetto di studio per molti economisti successivi.

     


     

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