Vilfredo Pareto

Vilfredo Pareto, nato a Parigi nel 1848 e morto a Céligny, Ginevra nel 1923, è stato un influente economista e sociologo italiano, il cui contributo ha plasmato in maniera significativa il campo dell'economia e della sociologia. Dopo la laurea in ingegneria, ottenuta nel 1870, ha intrapreso la sua carriera professionale nell'ambito dell'ingegneria, lavorando nel campo della gestione aziendale come dirigente in un'azienda dal 1874 al 1890. Il suo interesse per l'economia si è manifestato solo in una fase successiva della sua vita, all'età di 42 anni.

Nota. È stato l'incontro con Maffeo Pantaleoni, una figura di spicco nel campo dell'economia, a segnare un punto di svolta nella sua carriera, indirizzando la sua attenzione e la sua energia verso gli studi economici. Questa passione si è riflessa in un contributo significativo di Pareto al "Giornale degli economisti", una rivista riconosciuta per la sua importanza nel dibattito economico del tempo.

Nel 1894, Léon Walras, un altro economista di spicco, chiamò Pareto a succedergli nella sua cattedra di economia politica all'Università di Losanna. Qui, Pareto continuò a esplorare la teoria dell'equilibrio economico generale proposta da Walras. Grazie alla sua solida formazione matematica, riuscì a rielaborare la teoria di Walras in modo più rigoroso e preciso.

La rielaborazione del lavoro di Walras permise a Pareto di distinguere tra i problemi economici in senso astratto (allocazione delle risorse rispetto alle preferenze) e il sistema istituzionale in cui gli individui agiscono.

Dove per sistema istituzionale si intende la distribuzione delle proprietà delle risorse (es. proprietà privata o proprietà collettiva).

Nota. La distinzione di Pareto pose le basi per la teoria economica del socialismo, successivamente sviluppata dal suo allievo Enrico Barone.

La teoria economica di Pareto si concentrava sulle azioni razionali degli operatori economici.

Per farlo Pareto introdusse la figura ipotetica dell'homo oeconomicus, un operatore il cui comportamento "razionale" è spiegabile esclusivamente in termini di ricerca del massimo benessere per se stesso, dati certi gusti e vincoli.

Un altro aspetto peculiare del suo pensiero economico è la critica al concetto di utilità marginale come grandezza cardinale, ritenendola non misurabile, distaccandosì così da Walras e Jevons.

Secondo Pareto, l'utilità marginale era solo "confrontabile" e "ordinabile".

Quindi, per includere l'utilità nei modelli economici prospose di utilizzare un sistema di preferenze rappresentabile geometricamente tramite delle curve di indifferenza basate sulle preferenze ordinabili, confrontabili ma non misurabili.

Fondamentalmente, ha introdotto l'idea che il valore di un bene o servizio è determinato dalla sua utilità marginale, cioè dal beneficio aggiuntivo che un consumatore ottiene consumando una unità aggiuntiva di quel bene o servizio.

A proposito di "utilità", Pareto ha introdotto un concetto chiamato "ofelimità", che si riferisce alla capacità di un oggetto di soddisfare un bisogno o un desiderio, indipendentemente dal fatto che sia socialmente benefico o meno. Questa distinzione tra ciò che è desiderato e ciò che è socialmente utile è fondamentale nella sua teoria.

Il suo contributo più noto è probabilmente il concetto di ottimo paretiano o efficienza paretiana.

Questo concetto è alla base della moderna economia del benessere e sostiene che un'allocazione sociale è efficiente se non è possibile migliorare la condizione di un individuo senza peggiorare quella di un altro.

L'ottimo paretiano divenne un criterio di scelta degli interventi di politica economica.

Nota. L'ottimo paretiano è strettamente legato alla teoria di equilibrio generale di Pareto.

A livello sociale, Pareto è noto anche per la sua legge della stabilità della distribuzione del reddito nel tempo, conosciuta come la legge di Pareto.

Si tratta di una legge empirica che lega il numero N dei percettori di un reddito al reddito stesso.

$$ N = aX^{-b} $$

Dove "a" e "b" sono costanti.

Secondo Pareto, questa funzione era in grado di interpretare la distribuzione dei redditi in diversi paesi, a partire da un certo livello di reddito minimo.

Tuttavia, analisi successive hanno dimostrato i limiti della legge di Pareto a interpretare la distribuzione del reddito.

Nota. La legge di Pareto ha generato un vasto dibattito e diverse critiche da parte degli altri economisti neoclassici, così come la posizione di Pareto nei confronti del pensiero socialista, che criticò nel suo lavoro "I sistemi socialisti" (1902-1903), pur preferendo il socialismo al liberismo puro.

Nell'ultima parte della sua vita, Pareto si dedicò principalmente alla sociologia, ritenendo che lo studio della sociologia fosse alla base dell'economia.

Nel suo "Trattato di sociologia generale" del 1916, ha studiato soprattutto la componente irrazionale del comportamento degli individui, aggiungendo una nuova dimensione alla comprensione dell'agire umano nel contesto sociale ed economico.

 


 

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