Utilità ordinale
L’utilità ordinale è un concetto chiave dell’economia del benessere e della teoria del consumatore. A differenza dell’approccio cardinale, non cerca di quantificare quanto un bene piaccia a qualcuno, ma si limita a stabilire l’ordine di preferenza tra panieri di beni. In pratica, ci dice cosa viene preferito a cosa, senza preoccuparsi di “quanto” lo sia.
L’ordine conta, non il valore
Nel modello di utilità ordinale, un consumatore che preferisce il paniere A al paniere B esprimerà questa preferenza semplicemente come:
$$ A \succ B $$
In altre parole, non ha senso dire che A vale "10 punti di utilità" e B "7". La misura dell'utilità cardinale non esiste, conta solo la relazione di preferenza. Questo rende il concetto di utilità più realistico.
Nella vita quotidiana, quando scegliamo tra pizza e insalata, sappiamo cosa preferiamo, ma non misuriamo la differenza in numeri.
Ad esempio, un consumatore ha due opzioni:
- Paniere A: 1 cioccolata e 2 biscotti
- Paniere B: 2 cioccolate e 1 biscotto
Se sceglie il paniere A, posso solo dire che "preferisce A a B", ma non che A "vale di più" in senso assoluto.
Perché non possiamo sommare le utilità?
Con l’utilità ordinale, non posso sommare o confrontare intensità dell'utilità tra individui.
Ad esempio, se Tizio e Caio mangiano una mela, non posso dire che “Tizio trae il doppio della soddisfazione da una mela rispetto a Caio" perché le utilità sono soggettive e non confrontabili.
Molto dipende dai bisogni e dalle preferenze individuali. Ad esempio, se Tizio è affamato mentre Caio ha già mangiato ed è sazio, sarà Tizio a trarre maggiore piacere dal consumo di una mela. Oppure, se entrambi hanno la stessa fame ma Tizio trova le mele disgustose mentre Caio le adora, sarà quest’ultimo a trarne maggiore soddisfazione. E così via, a seconda delle circostanze personali.
Questo limita alcune analisi, ma evita anche problemi teorici sull’attribuzione di valori assoluti su cui si erano impantanati alcuni economisti del XIX secolo.
La teoria non può essere usata per confrontare benessere tra persone diverse. Serve solo a spiegare le scelte del singolo consumatore. Quindi, niente più gare a chi gode di più per una fetta di torta...
Le scelte del consumatore
Un’altra caratteristica importante è che, dato un insieme di alternative, il consumatore sceglierà sempre la più preferita.
Non importa quanto intensa sia la preferenza: l’ordine resta invariato.
Ad esempio, un consumatore può scegliere tra due panieri alternativi:
- Paniere A: 3 caffè e 1 brioche
- Paniere B: 2 caffè e 2 brioche
Se il consumatore preferisce A, lo sceglierà ogni volta che potrà, anche se la differenza tra i due panieri è minima.
Per misurare la relazione di preferenza tra due panieri si ricorre alle curve di indifferenza.
Le curve di indifferenza
Le curve di indifferenza rappresentano graficamente le relazioni di preferenze di una persona tra due beni.
Ogni curva indica panieri diversi che il consumatore considera equivalenti in termini di utilità.
In altre parole, quando il consumatore deve scegliere tra due panieri sulla stessa curva, non sa quale scegliere perché entrambi gli danno la stessa utilità.
Ad esempio, un consumatore deve scegliere quante mele e pere dovrà comprare e sullo scaffale del supermercato vede due confezioni A e B.
- Paniere A: 4 mele e 1 pera
- Paniere B: 1 mela e 4 pere
Se il consumatore è indifferente tra i due panieri A e B, allora entrambi appartengono alla stessa curva. E' solo indeciso tra quale dei due scegliere, perché trae lo stesso piacere da una scelta o dall'altra.
Viceversa, quando i panieri si trovano su curve di indifferenza diverse, il consumatore sceglierà sempre quello sulla curva più esterna perché tramite questa scelta trae maggiore piacere.
Ad esempio, se il consumatore vede sullo scaffale del supermercato anche una confezione C con due mele e tre pere, preferirà il paniere C ai panieri A o B, ossia $ C \succ A $ e $ C \succ B $.
Quindi, le curve più sono esterne, rappresentano più livelli alti di preferenza.
Va da sé che per funzionare correttamente, le curve di indifferenza non devono incrociarsi mai, altrimenti si creerebbe un problema di scelta tra quali dei due panieri dà maggiore piacere.
Ad esempio, se le curve si incrociassero, quale tra i panieri A, B e C garantirebbe un benessere maggiore? Si creerebbe una contraddizione: il consumatore preferirebbe C a B, poiché C si trova su una curva di indifferenza più esterna rispetto a quella di B e sarebbe indifferente tra A e B. Tuttavia, sarebbe anche indifferente tra A e C, poiché questi due panieri si troverebbero sulla stessa curva di indifferenza. In realtà, se $ C \succ B $ e $ A=B $ dovrebbe essere $ C \succ A $ ma così non è.
Quindi, per evitare contraddizioni logiche le curve di indifferenza non devono mai intersecarsi tra loro. Questa proprietà è anche detta assioma di transitività.
Un altra caratteristica importante delle curve di indifferenza è che sono decrescenti.
Questo accade perché, mantenendo lo stesso livello di utilità, se si vuole avere avere una maggiore quantità di un bene, si accetta di averne meno dell’altro. La vita è fatta di compromessi. Anche tra pere e mele.
Vantaggi dell’approccio ordinale
Questo approccio consente di costruire una teoria solida delle scelte del consumatore, senza pretendere di misurare l’utilità.
È teoricamente più semplice e coerente, oltre a essere più aderente al comportamento reale delle persone. Perché diciamolo: nessuno si sveglia dicendo “oggi ho 42 unità di felicità”. E no, non serve il righello per misurare la felicità.
Nella vita reale, sappiamo cosa preferiamo, ma raramente possiamo o vogliamo quantificare il piacere in numeri.
L’utilità ordinale abbraccia questa realtà e costruisce su di essa un’intera teoria delle scelte. Finalmente gli economisti si rendono conto che gli esseri umani non sono calcolatrici ambulanti.
Quindi, l’utilità ordinale è un concetto fondamentale dell'economia politica moderna ed è il primo passo per comprendere concetti più complessi come le curve di indifferenza, i vincoli di bilancio e la teoria della domanda.